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Decreto Coesione (D.L. 60/2024, convertito in L. 95/2024): Un’Analisi Dettagliata

2024-10-03 08:15

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Decreto Coesione (D.L. 60/2024, convertito in L. 95/2024): Un’Analisi Dettagliata

Negli ultimi mesi, il Decreto Coesione (D.L. 60/2024, convertito in L. 95/2024) ha introdotto una serie di importanti misure finalizzate a incentivare

Negli ultimi mesi, il Decreto Coesione (D.L. 60/2024, convertito in L. 95/2024) ha introdotto una serie di importanti misure finalizzate a incentivare l’occupazione nel nostro Paese, con un focus particolare su tre categorie principali: i giovani under 35, le donne e i lavoratori nelle aree del Mezzogiorno, all'interno delle Zone Economiche Speciali (ZES). Di seguito, analizziamo in dettaglio ciascuna misura per comprenderne appieno il funzionamento e l’impatto potenziale sul mercato del lavoro.

 

1. Bonus Giovani Under 35: un'opportunità per stimolare l'occupazione giovanile

Cosa prevede il Bonus Giovani? Il Decreto Coesione offre un incentivo ai datori di lavoro privati che assumono giovani under 35 a tempo indeterminato, o che trasformano contratti a termine in rapporti di lavoro stabili, nel periodo compreso tra l'1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025. Il bonus consiste in un esonero contributivo totale (esclusi i premi INAIL) per un massimo di 24 mesi, fino a un tetto di 500 euro mensili per ogni lavoratore assunto. Per le assunzioni effettuate in una sede o unità produttiva situata nelle Regioni della ZES (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna), il beneficio può arrivare a 650 euro mensili.

Analisi dell'impatto Questa misura rappresenta un incentivo significativo per le imprese che cercano di espandere la propria forza lavoro con l'assunzione di giovani. L’obiettivo è ridurre il tasso di disoccupazione giovanile, incoraggiando la stabilità lavorativa in un periodo in cui molti giovani sono spesso bloccati in contratti precari o a termine. L'incremento del limite a 650 euro nelle Regioni della ZES è particolarmente importante, in quanto mira a colmare il divario occupazionale tra le regioni del Nord e del Sud Italia, favorendo la crescita nelle aree più svantaggiate del Paese.

Chi può beneficiare di questo incentivo? I datori di lavoro privati, indipendentemente dal settore di attività, possono accedere a questo beneficio, a condizione che l'assunzione determini un incremento netto dell'occupazione. È quindi fondamentale dimostrare che l’ingresso del nuovo dipendente non sostituisce lavoratori licenziati o usciti dall’azienda per altre cause.

 

2. Bonus Donne: un intervento per promuovere l'occupazione femminile

Caratteristiche del Bonus Donne Il Decreto Coesione introduce un incentivo per i datori di lavoro che assumono donne a tempo indeterminato tra l'1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025. L’esonero contributivo totale può durare fino a 24 mesi, con un limite massimo di 650 euro mensili per ogni lavoratrice assunta. Questo bonus è disponibile per le donne di qualsiasi età che non abbiano un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi o da almeno 6 mesi se residenti nelle Regioni della ZES o se l'assunzione avviene in un settore caratterizzato da una significativa disparità occupazionale di genere.

Approfondimento sull’obiettivo del bonus Il Bonus Donne si configura come una misura chiave per affrontare le disparità di genere nel mercato del lavoro. Le donne, soprattutto nelle fasce di età più avanzate, sono spesso più soggette a periodi di inattività lavorativa o occupazione irregolare. L'incentivo mira a contrastare questi ostacoli, promuovendo l’inclusione lavorativa femminile e supportando le aziende che scelgono di investire in risorse femminili.

Requisiti specifici Per accedere al Bonus Donne, l'assunzione deve comportare un effettivo incremento occupazionale nell'azienda. Inoltre, l’assunzione dovrà essere mantenuta per almeno 24 mesi per poter beneficiare dell’esonero contributivo. Questa condizione ha l'obiettivo di garantire non solo l'ingresso delle donne nel mondo del lavoro, ma anche la loro permanenza e crescita professionale.

 

3. Bonus ZES (Zona Economica Speciale): un incentivo per il Mezzogiorno e per i lavoratori over 35

Descrizione del Bonus ZES Il Bonus ZES è rivolto ai datori di lavoro privati con un organico fino a 10 dipendenti, che tra l'1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025 assumono a tempo indeterminato lavoratori che hanno compiuto 35 anni e sono disoccupati da almeno 24 mesi. L'incentivo prevede un esonero contributivo totale per un massimo di 24 mesi, con un tetto di 650 euro mensili, applicabile alle assunzioni effettuate in una sede o unità produttiva ubicata nella ZES Unica del Mezzogiorno.

Analisi e implicazioni per il Mezzogiorno Le ZES rappresentano un'area geografica con misure agevolative speciali destinate a stimolare la crescita economica e l'occupazione. Il Bonus ZES mira a ridurre la disoccupazione strutturale nelle regioni meridionali, incentivando le imprese ad assumere lavoratori in una fascia d'età spesso trascurata dalle politiche occupazionali. Questo incentivo è particolarmente interessante perché offre alle piccole imprese un’opportunità unica di espandersi e contribuire alla rivitalizzazione economica del Sud Italia.

Condizioni e vincoli per l’accesso al bonus Le aziende che intendono accedere al Bonus ZES devono garantire che l'assunzione rappresenti un reale incremento dell'organico rispetto alla media dei 12 mesi precedenti. Ciò serve a evitare comportamenti opportunistici e garantire che l’incentivo si traduca in una crescita effettiva del tessuto occupazionale nelle aree interessate.

 

Conclusioni e riflessioni sulle misure del Decreto Coesione

Il Decreto Coesione presenta un pacchetto di misure che, se attuate correttamente, possono generare un impatto positivo significativo sull’occupazione giovanile, femminile e sulle regioni del Mezzogiorno. Gli incentivi offerti sono calibrati per rispondere a specifiche sfide del mercato del lavoro italiano, puntando a favorire l’inclusione e la crescita economica in aree e categorie tradizionalmente svantaggiate.

Tuttavia, il successo di queste misure dipenderà in larga parte dalla capacità delle imprese e delle istituzioni di promuovere tali incentivi e di garantire un utilizzo efficace delle risorse disponibili. Sarà essenziale monitorare l’applicazione di questi bonus nel tempo per assicurarsi che generino l’impatto desiderato e contribuiscano a una crescita sostenibile e inclusiva del mercato del lavoro italiano.


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